“7 giovani italiani su 10 non sono interessati a votare”

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La ‘Gen Z’ è a conoscenza delle giornate dedicate alle elezioni (74%), ma è poco propensa a votare (73%). E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Webboh Lab, il primo osservatorio permanente della Gen Z, in vista delle prossime elezioni europee. Obiettivo, comprendere l’immaginario psicografico dei giovani italiani rispetto alla loro percezione dell’Unione europea e alle aspettative che hanno sui suoi programmi. In 24 ore sono stati oltre 20.000 i giovani tra i 12 e i 25 anni a rispondere alla survey, a testimonianza di quanto il tema sia rilevante per le nuove generazioni.

Se 7 giovani italiani su 10 non sono interessati a votare, le probabili cause sono la mancanza di senso di appartenenza all’Ue (solo il 30% dei giovani si sente tanto europeo quanto italiano) e una inadeguata informazione: il 40% non sa per cosa si vota e il 74,5% non ha mai sentito parlare del NextGenerationEu, il piano di ripresa e resilienza che si pone l’obiettivo di realizzare l’Europa del futuro, nonostante il fondo abbia al centro risorse importanti per offrire un mondo diverso per le nuove generazioni.

Da rilevare, tuttavia, che oltre il 60% dei maggiorenni intervistati, pur in quota minoritaria sul totale rispondente, afferma che andrà a votare ed è consapevole della ragione delle prossime votazioni, ovvero “per eleggere i membri del Parlamento Europeo” (65%).

L’analisi per cluster di Webboh Lab fa emergere 6 diversi profili di giovani europei: ‘Inclusivi Sostenibili’ (33,6%): sono giovani che valorizzano l’inclusione, l’uguaglianza e la sostenibilità ambientale. Supportano politiche di accoglienza e integrazione e misure per limitare la disinformazione e promuovere l’uso delle energie rinnovabili. Tuttavia, mostrano disinteresse verso la connettività universale, i programmi di scambio internazionale e altre forme di partecipazione civica obbligatorie;

‘Progresso-Tech’ (21,5%): valorizzano l’innovazione, la tecnologia e la connettività. Sono favorevoli all’accesso universale a internet, la mobilità internazionale e la sicurezza attraverso la tecnologia. Credono nell’importanza dell’istruzione e dell’uguaglianza, ma mostrano resistenza verso politiche di accoglienza e integrazione, e altre forme di partecipazione civica obbligatorie; ‘Conservatori Rigorosi’ (18%): prediligono valori come la disciplina e l’unità, supportando misure come il servizio militare e civile obbligatorio e una maggiore centralizzazione. Contemporaneamente, mostrano un atteggiamento negativo verso politiche progressiste e di uguaglianza, e non prioritizzano l’istruzione, la sostenibilità ambientale né l’innovazione tecnologica;

‘Progressisti Culturali’ (12%): sostengono l’educazione, la cultura e l’innovazione, oltre ai programmi di scambio, l’accoglienza, l’integrazione delle minoranze e la protezione dell’identità culturale europea. Nel contempo, mostrano resistenza verso politiche di immigrazione rigorose, limitazioni della libertà di stampa e altre forme di partecipazione civica obbligatorie; ‘Proattivi Inclusivi’ (8,5%): simili ai Progressisti Culturali, valorizzano l’istruzione, la cultura, l’innovazione e l’uguaglianza, supportano politiche di immigrazione strutturate, programmi di scambio, l’accoglienza e l’integrazione delle minoranze. Tuttavia, sono sfavorevoli a una minore autonomia territoriale e all’obbligo del servizio militare per i giovani; ‘Tradizionalisti Culturali’ (6,4%): giovani che danno importanza alla responsabilità civica, la protezione dell’identità culturale europea e la promozione della cultura. Sostengono l’istruzione di alto livello, la sostenibilità ambientale, e l’uguaglianza di diritti e opportunità. Contemporaneamente sono resistenti verso politiche di immigrazione rigorose, innovazione tecnologica e connettività universale.

Dall’indagine affiorano azioni importanti richieste da parte dei giovani all’Europa: assicurare uguaglianza di diritti e opportunità per tutti i cittadini (voto 9 e mezzo, in una scala da 1 a 10), facilitare viaggi, studio e lavoro in qualsiasi Paese (voto 9), ridurre l’inquinamento e promuovere energie rinnovabili (voto 9). Questi risultati lasciano intravedere il desiderio delle nuove generazioni di una comunità accogliente, pacifica, con una particolare attenzione all’ambiente.

I giovani mostrano un’idea molto precisa anche in merito alle priorità delle risorse economiche, che devono essere destinate maggiormente agli ambiti riguardanti la salute, l’istruzione, la formazione, la tutela ambientale e la lotta alla delinquenza. Inoltre, risultano fondamentali i temi dell’inclusione, della sostenibilità e della cultura.

L’analisi dei sei gruppi rivela prospettive varie e valori distinti che riflettono le complessità della società contemporanea, sull’identità culturale e sulla governance futura dell’Europa, vista però con ottimismo.