Rai, resiste Agnes ma si tratta su un nome condiviso

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Nessun rinvio per le nomine Rai.  Nonostante la richiesta del Pd di rimandare l’appuntamento di giovedì mattina per l’elezione dei quattro consiglieri di nomina parlamentare, la maggioranza ha confermato in capigruppo al Senato la volontà di procedere con il rinnovo dei vertici di Viale Mazzini con lo schema ormai da tempo definito. Resiste, infatti, la candidatura per la presidenza di Simona Agnes, in quota FI, che con ogni probabilità sarà fra i due consiglieri indicati dal Mef insieme a Giampaolo Rossi, destinato alla poltrona di amministratore delegato in quota Fdi. Dietro le quinte, però, gli emissari di Giorgia Meloni trattano con le opposizioni per un’intesa su un presidente di garanzia.

Al momento i numeri in Vigilanza per l’investitura di Agnes non ci sono. Al centrodestra mancano quattro voti per la maggioranza qualificata, tre considerando Mariastella Gelmini, nel gruppo Misto dopo l’addio ad Azione (in attesa del probabile approdo in Noi moderati), che non intende lasciare il posto in commissione. Una bocciatura, si ragiona nel centrodestra, non impedirebbe, però, di tentare poi un accordo con parti dell’opposizione, per provare ad arrivare al via libera nella seconda votazione, come accaduto nel 2018 per Marcello Foa, eletto dopo il ‘patto di Arcore’ tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Comunque sarà significativo, sempre secondo quanto osservano fonti di maggioranza, il numero di voti a favore di Agnes al primo test in Vigilanza. E non si esclude che nel frattempo decolli una trattativa su un presidente di garanzia: il centrodestra per ora avrebbe escluso nomi considerati troppo vicini al centrosinistra, come Giovanni Minoli e Antonio Di Bella, e sarebbero in corso confronti su alcuni profili con emissari di Matteo Renzi.

Nel frattempo diventerebbe presidente pro-tempore il membro più anziano. Probabilmente Antonio Marano, indicato dalla Lega, in vantaggio su Alessandro Casarin. Fdi dovrebbe eleggere Valeria Falcone, anche se mantiene qualche chance Federica Frangi. Gli occhi sono però puntati sul Pd. I dem, dopo aver posto la riforma della governance come condizione per le nomine, stanno valutando come muoversi: l’assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato è in programma domani sera alle 20.30. Nella maggioranza sono convinti che alla fine Elly Schlein darà indicazione di partecipare alla votazione.  Al momento, le opposizioni non hanno una linea condivisa. Nel Pd, finora, si sostiene che la strada è ancora quella tracciata dalla segretaria nei giorni scorsi: nessuna nomina prima della riforma. Quindi i dem valutano la possibilità di non partecipare al voto, ma la decisione verrà presa domani, dopo un confronto non solo interno ma, probabilmente, anche con il M5s e Avs.  Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni potrebbero sentirsi domani, dopo la riunione della Vigilanza dedicata al voto in Liguria. M5s, comunque, non è orientato all’Aventino ed è pronto a confermare Alessandro Di Majo in consiglio.
   

ANSA